Quando arriva l’autunno nella mia mente risuonano tanti piacevoli ricordi: ho avuto la fortuna di crescere in un piccolo paesino della collina piemontese, quei paesi genuini dove tutti si conoscono, dove in borgata si ritrovano tutti i bambini della zona e passano le giornate insieme all’aperto.
Giornate passate ad inventarsi giochi, come non ricordare le indimenticabili discese sull’erba con il bob, le capanne improvvisate sugli alberi, lo sfrecciare sulle stradine con le nostre amate Atala sgangherate o il girovagare nei nostri boschi.
L’autunno era un momento molto apprezzato da noi bambini: le foglie con i loro colori diventavano stupendi oggetti di gioco, i sassi nei boschi erano più evidenti e si poteva saltare da un canyon immaginario all’altro, sfidando le amichette a chi riusciva a non cadere dai massi, ma soprattutto era periodo di raccolta di castagne, un rituale che ricordo con grande nostalgia. Si incontrava tanta gente nei nostri boschi alla ricerca del delizioso frutto….e poi il padellone immenso, chissà se ora lo troverei così grande, dove si cuocevano su un fuoco improvvisato le nostre caldarroste.
Il mio nonnino metteva sempre un foglio della Stampa sul tavolo e versava le castagne sopra ancora bollenti, noi bimbi avidamente ne facevano grandi scorpacciate!
L’autunno era un momento molto apprezzato da noi bambini: le foglie con i loro colori diventavano stupendi oggetti di gioco, i sassi nei boschi erano più evidenti e si poteva saltare da un canyon immaginario all’altro, sfidando le amichette a chi riusciva a non cadere dai massi, ma soprattutto era periodo di raccolta di castagne, un rituale che ricordo con grande nostalgia. Si incontrava tanta gente nei nostri boschi alla ricerca del delizioso frutto….e poi il padellone immenso, chissà se ora lo troverei così grande, dove si cuocevano su un fuoco improvvisato le nostre caldarroste.
Il mio nonnino metteva sempre un foglio della Stampa sul tavolo e versava le castagne sopra ancora bollenti, noi bimbi avidamente ne facevano grandi scorpacciate!
La mia infanzia è stata veramente semplice, fatta di poche cose materiali, ma molto ricca, ricca di esperienze, di momenti conviviali, di sane tradizioni che devo dire un po’ mi mancano e soprattutto mi spiace che i miei vandalini non possano assaporarle, lo so i tempi sono cambiati e sicuramente alcune cose si sono modificate, ma non la bellezza e la pace della natura che io ho vissuto ed apprezzato intensamente.
Per questo il rituale della raccolta di castagne e delle foglie più belle è assolutamente una nostra tradizione famigliare, che ogni autunno con i nostri bimbi, spesso anche con i nonni, facciamo.
Il bosco e la saggezza del nonno sono infatti un plus che a mio avviso arricchiscono i miei vandalini: il sentire i nomi delle piante, riconoscere i funghi commestibili o le foglie, vedere le tracce di cinghiali o caprioli…un tesoro di conoscenza che è importante tramandare.
E voi, avete tradizioni famigliari che cercate di tramandare ai vostri bimbi?!
Momenti dell’infanzia che ricordate sentendo “un gran senso di pienezza e calore al cuore?!” Sì?!!! E allora siamo qui ad orecchie aperte!
#famigliaborbottona