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Il rinoceronte di Rita- Camelozampa

Siamo onesti con noi e con i nostri bambini. 
Quante volte avremmo voluto proprio quell’animale visto per strada, nel negozio, allo zoo o a casa dell’amico? A volte lo abbiamo solo pensato, altre volte lo abbiamo condiviso per vedere la reazione dell’altro, altre volte lo abbiamo proprio avuto.
Io ho portato a casa un gatto, qualche cane, una farfalla (che a mio dire aveva un’ala spezzata, ma poi è volata via) un paio di uccellini, uno o due criceti, salvato pesci rossi dal gabinetto di qualche genitore che minacciava di farlo se il figlio non se ne liberava, sicuro ho salvato almeno una coppia di tartarughe. Poi non finisce qui, ci sono state due caprette abbandonate dalle mamme capretta che ci avevano visto più lungo di me perché infatti, nonostante salatissimi conti dal veterinario, non sono sopravvissute, e io, mio fratello e mio padre abbiamo versato secchi di lacrime.
Per chi ama gli animali come noi è normale piangere, preoccuparsi per loro e sognare di salvarne quanti più si può.

Il rinoceronte di Rita di Tony Ross, edito da Camelozampa, è la storia di una bimba che vorrebbe tanto un animale. Chi di noi non lo ha mai sognato? Quante volte ci siamo sentite dire di no?
Rita riceve proposte dalla madre e dallo zio di animali non propriamente convenzionali, ovvero una pulce domestica (appunto chi l’ha mai vista?!) un ranocchio (che potrebbe forse con un bacio trasformarsi in principe…)
Rita VUOLE UN ANIMALE e che cosa si fa quando si desidera tanto qualcosa? Lo si cerca! Ed ecco che durante un uggioso giro allo zoo incontra il suo animale, o presunto tale, animale domestico.
Rita se ne va dallo zoo mimetizzando il suo nuovo amico con cappottino e cappellino, lo desidera tanto e nessuno potrà bloccare quella fuga.

Come ogni azione poco organizzata e dettata dal cuore poi ci si deve scontrare con la realtà e le difficoltà operative per gestire tale azione. Un Rinoceronte proprio non si potrebbe classificare come minuscolo animale domestico. Quindi iniziano le difficoltà: farlo salire in ascensore, nasconderlo dalla mamma, procurarsi la sua costosissima “erba africana” liberarsi dei mucchi di cacca… a Rita questa situazione inizia a pesare e al Rinoceronte stesso non piace dover stare chiuso in casa e fingersi un castello gonfiabile… tutte queste difficoltà fanno toccare il fondo ad entrambi.

Rita dal canto suo capisce che un Rinoceronte non è proprio il prototipo di animale domestico e il Rinoceronte capisce che il suo zoo, con la sua calda cuccia e il suo pasto assicurato proprio male non è.

I due quindi si dividono ed ognuno è triste ma torna alla propria vita di prima sapendo che è la scelta migliore. ma il lieto fine c’è comunque perché Rita e il Rinoceronte passeranno sempre le estati insieme al mare.
Le illustrazioni sono divertenti, ironiche e si amalgamano perfettamente alle parole.

Trovo che questo libro spieghi in maniera semplice e realistica che prendersi cura di un animale, piccolo o grande che sia, non è un gioco da ragazzi, è sicuramente una grande gioia, ma anche una bella responsabilità. Ci sono diversi compiti da svolgere ogni giorno e non si può pensare che quello che noi riteniamo sia meglio per i nostri animali effettivamente sia il meglio per loro. 
Il Rinoceronte stava bene allo zoo e Rita, pur con le migliori intenzioni del mondo, ha leso la sua libertà. Un animale poi come un rinoceronte non è la scelta migliore per Rita e la sua famiglia, il libro offre buoni spunti per riflettere sul fatto che occorre valutare molto attentamente, prima di scegliere un animale, quale siano le sue esigenze e quali siano le nostre disponibilità in termini di tempo/spazio.

Età di lettura dai 5 anni.
Lo potete trovare qui.
Il rinoceronte di Luca

#famiglia tuttofare

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